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Chiesa Madre di Santa Maria della Motta

La parte dell'antica chiesa madre rimasta intatta come all'origine è costituita dalle cripte-gallerie su cui poggia il pavimento del vetusto edificio. Le chiese dei medioevo, com'è noto, venivano costruite anche per assolvere il compito dì cimitero, i pagani seppellivano ordinariamente i loro defunti in terreni presso l'abitato, formando delle necropoli, alle volte anche di sole urne cinerarie se nelle loro usanze era prevista l’incinerazione dei cadaveri. I cristiani, invece, mossi dalla fede nella resurrezione dei corpi, pensarono dì tenerli associati, anche dopo la loro morte, alle celebrazioni liturgiche e seppellivano i defunti nelle chiese per sentirli più vicini e perché il frutto de! S. Sacrificio fosse più immediato. Seguivano così l’esempio dei primi cristiani che seppellivano i Martiri nelle catacombe sul posto stesso dove pregavano e celebravano l'Eucaristia. Nelle chiese medievali pertanto si lasciavano dei vuoti sotto il pavimento per il deposito dei cadaveri. Per quanto riguarda l'antica chiesa di Mottafollone posta nel centro storico, non si tratta di semplici fosse sotto il pavimento, ma di cripte-gallerie appositamente costruite a volta in pietra, sfruttando il dislivello del terreno ed accessibili dall'esterno mediante due ampi ingressi ad arco dalla via della Gorga. Sul pavimento della chiesa erano state praticate delle botole chiuse da un coperchio di pietra con un gancio di ferro al centro. Quando moriva qualcuno, evenienza frequente a quei tempi, dopo il funerale, si apriva la botola e si gettava giù il cadavere sugli altri gettati in precedenza. Senza bara, senza indicazione di nomi, tutti accomunati in una massa informe in cui si confondevano perdendo la propria identità: segno dell'uguaglianza di fronte alla morte che tutto livella.

Sul pavimento della chiesa le botole erano diverse e distanziate secondo la destinazione: nel presbiterio c'era quella per i sacerdoti, poi c'era la botola per i bambini (ne morivano tanti), quindi quella delle vergini e infine quella comune. L'editto napoleonico del 1806 vietava finalmente di seppellire i morti nelle chiese, ma nei paesi del sud l'editto venne disatteso per molti altri anni ancora; secondo la statistica redatta dal parroco don Fiore Borrelli, desunta dai registri parrocchiali, dal 1770 al 1880 i cadaveri gettati nelle cripte sono stati 4371,con punte massime di oltre 70 morti negli anni 1781 -1783- 1799.